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3 POESIE D'AUTORE - PIETRO EDOARDO MALLEGNI

A cura di Benedetto Ghielmi 


Le mie lingue di argento scorrevoli,

devote, un tempo, alla sopravvivenza,

sono una confusione di acqua e piante,

un malandato trampolino, il salto,

che ricorda l'età dei miei minuti,

l'assenteismo grato del mio liquido

legato benessere.


Rovinose città di cimici e afidi

sono cresciute sulla mia testa

e divenuto futuro, un orto sulla pelle,

autostrade sui capelli, fondali innevati

e grotte, grotte su ogni punto

del mio essere.


Ho rivisto tutta la fine che mi porto addosso,

spiagge erose, occhi pieni di plastica e stanchezza,

fermezza infame di palude e mani unte di pigrizia.

Stanco risalito dai viaggi su me,

informe mi sono ritrovato e tutto, dietro

e intorno, ha cominciato a morire.



*



Un tasto di flauto sbagliato o un crampo alle dita,

scoraggiata sensazione di inverno è stato il mio crescere,

imbarcato su aerei e su navi che arrivavano sempre in ritardo.

Braccia amorevoli del mare e tepore caldo di abbracci,

pianti e sangue, quelli erano i miei porti, o i nomi

delle calli di Venezia o le calme piatte degli olmi riflettute

in laguna. Ho lasciato rose appese ai semafori

come segnali di sentieri che  traversano la mia umanità,

ma ogni ricordo è un vestito bellissimo di cui si adorna

la mia crudeltà, di cui l'ubriaco vento del Nord getta

i drappi su scogliere a strapiombo sui miei oceani,

laggiù, giace a pezzi la mia innocenza

in comuni sacchi neri dentro cassonetti.



*



A che serve la sabbia marrone sotto ai piedi?

O i sorrisi invocati dal mattone ai coriandoli?


Sparse per il verde, querce e palmetti

sorgono come un assetato miraggio,

in mezzo alla sconfinata piana di ore,

si passa dagli orti alle spiagge,

varcando luoghi che non sono questo posto,

più in là, bagnini si curano bruciature

e stalagmiti sulla bronzea schiena.

Al sole, la violenza del vento è una carezza

angosciosa e ammiratrice che sussurra

che tra servi e turisti cammini un nuovo Cristo.



******************************************



Pietro Edoardo Mallegni è nato a Carrara l’1 luglio 1995. Fin da piccolo nutre due grandi passioni: la cucina e la scrittura, amori che lo porteranno a intraprendere professionalmente la strada del cuoco e più marginalmente quella dell’appassionato scrittore di poesie. Nel 2013 ha pubblicato con la casa editrice“ Marco Del Bucchia” la sua prima raccolta:“ Il dedalo

in me”, nel 2015 pubblica un'altra raccolta intitolata “ Il Dio Dada” e si avvicina al movimento poetico-artistico italiano “Dinanimismo” guidato e fondato da Zairo Ferrante. Dopo la maturità viaggia molto per lavoro e nel 2017 e diventa padre, così decide di tornare a vivere nella sua città , Massa, con la sua famiglia. Tra il 2019 e il 2021, ottiene diversi

riconoscimenti in più pubblica due raccolte di poesia intitolate “Neurocidio” e “Il nulla”. Tra il 2021 e il 2022 suoi vari testi vengono pubblicati su diverse testate giornalistiche online, tradotti in varie lingue tra cui inglese, francese, spagnolo, arabo e cinese. Nel 2023 esce il suo ultimo libro intitolato “Profumo di liquirizia” per la “RP libri”.

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