di Johanna Finocchiaro 
Ciao e benvenuto alla rubrica “PIACERE DI CONOSCERTI!”
Fa come fossi a casa tua: accomodati e pensa a questo spazio come a qualcosa di familiare. Parla liberamente, esprimi ed espandi i pensieri; hai l’occasione di far ascoltare la tua voce a un bacino di lettori composto sia da poeti sia da estimatori.
Spero ti divertirai a rispondere a queste 5 domande, che mirano a scavare in profondità nella tua sensibilità.
Ma bando alle ciance, si comincia!
1. IMPOSSIBILE ESIMERSI DALLA PRESENTAZIONE GENERALE.
Chi sei, da dove vieni, cosa ami e perché; quando hai scoperto che la poesia s’intonava alle tue corde? Hai già pubblicato? Raccontaci tutto!
Ciao, Johanna. Mi chiamo Simone, ma firmo gli scritti con il nome di Svevo Susa. Amo molto il mio vero nome e il mio vero cognome presi separatamente, ma insieme non hanno armonia. Svevo è un nomignolo con cui venivo chiamato da piccolo. Il cognome Susa è inventato: la S è la mia lettera preferita. Sono nato e cresciuto a Roma. Le cose che amo ho smesso di contarle, al pari forse di quelle che detesto. Tra le prime ci sono sicuramente: svegliarsi all’alba dopo aver dormito in barca a vela, in rada e tuffarsi direttamente in mare; mettersi a letto dopo una giornata faticosa con le lenzuola appena cambiate e la coccola di una doccia lunghissima; il vitello tonnato, seguendo rigorosamente la ricetta di mia nonna; la sensazione annichilente di gioia e paura di quando ci si rende conto di essersi innamorato di qualcuno. Ho cominciato a scrivere poesia appena cominciate le scuole medie ma ho smesso poco dopo. Non ero a mio agio con quella parte fragile e vulnerabile necessaria al componimento poetico. Ho ripreso poi alla fine dei vent’anni. La mia prima silloge, “L’Anatomia della Carcassa”, è stata scelta e pubblicata da Scrivere Poesia Edizioni nel 2023. Si tratta di poesie d’amore: a mio parere le uniche che valga la pena leggere. E scrivere.
2. QUALE CREDI DEBBA ESSERE L’OBIETTIVO DELLA POESIA, OGGI E DOMANI?
È una domanda che prevede una risposta incredibilmente soggettiva. Dal mio personalissimo punto di vista, la poesia ha lo scopo di sintetizzare ciò che di base è difficile sintetizzare: tutti quei concetti che richiedono centinaia di parole, riassunti con delicatezza e ferocia in una manciata di versi.
3. METTERSI A NUDO SPAVENTA: SEI D'ACCORDO OPPURE HAI FATTO PACE CON LA PARTE PIU’ OSCURA DI TE STESSO? PREDILIGI TESTI INTROSPETTIVI O ESTERIORI?
Ad oggi, raggiunti i trentacinque anni, sono incredibilmente a mio agio con qualsiasi aspetto della mia persona, anche con quelli ostici al dialogo. Per quanto riguarda la scrittura o la lettura dei testi, sono curioso di immergermi in entrambi: amo confrontarmi con atmosfere introspettive, che sento molto vicine (soprattutto se riesco a fondere l’elemento comico della vita con quello macabro), ma anche perdermi in testi che richiedono una minore internalizzazione.
4. PROGETTI FUTURI.
Per quanto concerne la poesia, sto cercando di chiudere la seconda silloge. Spero di ultimare il manoscritto per la fine del 2024. Poco tempo fa, sono anche riuscito a concludere il mio primo romanzo: dopo anni di tentativi falliti, ho una storia organica che apprezzo dall’inizio alla fine, una storia grottesca e divertente, con personaggi detestabili e amorevoli al tempo stesso. Mi auguro di poterla condividere a breve con il mondo.
5. IL VERSO CHE PIU’ TI RAPPRESENTA E PERCHE’ (PREFERIBILMENTE SCRITTO DA TE)
I tratti distintivi della mia poesia sono senza ombra di dubbio la brutalità, lo squallore e la devozione. Quindi, opterei per la presente chiusa:
“[…] Ma se questa fame mi si placa solo con il ferro del tuo sangue
che senso ha strozzarsi e vomitare
carne di altra carne su altra carne?”
Grazie per essere stato nostro ospite. Svelare e presentare nuove voci è sempre emozionante!
In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti e, infine, la nostra immancabile chiusura:
PIACERE DI AVERTI CONOSCIUTO!
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